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LISCIANO

Abbarbicato al monte sovrastante

di tutti gli avi miei borgo natìo sparpagliate nel verde circostante

bianche casette coprono il pendìo

Le grigie Caprarecce a settentrione

con la Croce e Categne verso oriente

completano col fosso del Vallone

l'ideale confine ad occidente

Baricello,Qiancarlo e Case Mario

S trepparillo,Michella e 'che Ferrone

punteggiano dispersi lo scenario

con Mimmetto e Zaccheo per conclusione

Avara terra dal raccolto incerto,

Colui che primo vi piantò la casa

non era un contadino molto esperto,

scelse una zona ch’è dai sassi invasa*

Altri giunsero e poi figli e nipoti,

accanto gli uni agli altri a protezione,

lo fecero paese in tempi ignoti

definendone nome e posizione.

Tempi assai grami e fu solo il legname,

commerciato in gran parte nel Reatino,

che permise di non soffrir la fame

al liscianese adulto ed al bambino.

Fra una guerra e l'altra anni passati

sempre a sperare in un miglior domani,

Quando - infine da sempre rassegnati -

giunsero i vincitori Americani.

Non più indigenza e panni riciclati,

pasti abbondanti s tutti quanti a scuola,

zainetti,scarpe ed abiti firmati

e con l'auto e la moto oggi si vola.

C’è benessere si ,ma quell'arcano

silenzio rotto sol dal batter l'ora

dal campanile è ormai tanto lontano,

lo sa il vegliardo e il giovane l'ignora*

Ragazzo vi passai le mie vacanze,

ora che qui da vecchio son tornato

per nostalgia e per tante rimembranze scomparirò dove non sono nato»

TONY GIDAN